lunedì 4 febbraio 2008

INTERVISTA A SEAN PENN & EMILE HIRSCH



Come è nata la collaborazione con Eddie Vedder per le musiche del film?

Sean Penn: Avevo già in mente la musica di Eddie Vedder quando ho scritto la sceneggiatura ed ho fatto in modo di strutturare le varie scene in modo tale che le canzoni facessero parte delle transizioni del film.
E' stato proprio durante le riprese del film, nel vedere quello che faceva Emile mentre interpretava Chris McCandless, che ho individuato la funzione della voce di Eddie e ho capito cosa volevo fare con le sue bellissime canzoni.

Come ha individuato un l'attore così perfetto nella parte come Emile Hirsch?

Sean Penn:Emile l'avevo visto in un film e c'erano molte cose che mi convincevano nel suo aspetto fisico, nel suo modo di muoversi. Ho trascorso alcuni mesi con lui e uno dei punti principali di cui volevo essere assolutamente sicuro era che avesse la volontà e la fame per passare otto mesi in quelle circostanze, che fosse disposto a mettersi in gioco ed è stata la miglior scommessa che io abbia mai fatto perchè ritengo che sia la persona più adatta in assoluto per la parte.

Che cosa la fa arrabbiare oggi come artista, come uomo e come cittadino?

Sean Penn: Penso di poter trovare un'infinità di cose che mi fanno arrabbiare al giorno d’oggi. Questo è una sorta di combustibile ma mi piace pensare che non sia solo sulla base di queste reazioni che ho la mia ispirazione creativa. Tendo ad utilizzare la parola “volume” in questi casi. Quando la stupidità assume un volume troppo alto, questo mi suscita una reazione più di ogni altra cosa.

Ha mai compiuto un viaggio del genere, nella natura e spirituale in completa solitudine come quello di Chris McCandless? Quanto tempo sono durate le riprese?

Sean Penn: Probabilmente la mia esperienza che può sembrare più vicina in alcuni aspetti a quella del personaggio di Chris forse è la mia vita sull'oceano come surfer. Ma non è nulla che arrivi lontanamente a quel livello. E l’altra domanda com’era? Scusa ieri ho bevuto troppo vino rosso e vado a rilento. Sì, le riprese sono durate otto mesi.

Cosa l'ha attirata in particolare di questa storia e i giovani che tipo di lezione dovrebbero tirar fuori secondo lei?

Sean Penn: Suppongo di essere stato anche ripetitivo a tal riguardo ma penso che noi americani soprattutto, ma in generale tutto il mondo occidentale, viviamo in una società che ha sviluppato una dipendenza al comfort e vorrei che il film suscitasse delle reazioni tali nei giovani da portarli a riflettere sulla possibilità di farli uscire dalla zona di confortevolezza. E’ necessario eseguire un cambiamento attivo rispetto a quello che ci dicono gli altri di essere mentre cresciamo e scegliamo chi vogliamo essere veramente. E’ un rito di passaggio che ci porta a spingere verso questo limite. Non voglio raccomandare certamente di mettersi in pericolo da soli ma bisogna far battere i nostri cuori più velocemente.

Qual è il sentimento che l'ha guidata in tutte le fasi, dalla scelta del soggetto alla regia?

Sean Penn: Ci sono due elementi che hanno fatto da àncora, una parte della storia è mossa dalla fuga dalla corruzione dal mondo,dalla vita familiare, ma la parte dominante del film consiste nella ricerca, nell'inseguimento, trovare un posto che avesse un nesso, che fosse in sintonia con quello che vuole essere. Quindi una sorta di celebrazione della libertà,una ricerca della libertà.

Come avete evitato concretamente di mostrare Chris McCandless come un santo moderno,di equilibrarne i difetti e le qualità?

Sean Penn: Per me l'equilibrio era una questione importante per far diventare reale la storia di Chris McCandless ,farne mantenere l'autenticità senza farlo diventare un martire o sostenere in assoluto tutto quello che faceva. Era importante raffigurarlo come noi lo vediamo e quindi come crediamo che egli sia stato. Quindi l'elemento di autenticità è importante. In questo equilibrio il punto è non dargliele tutte vinte in situazioni in cui ha agito in maniera egoista, immatura,sconsiderata, avventata, si tratta di mantenere l'integrità degli elementi nel film almeno per quanto riguarda il personaggio dove anche i difetti sono sottolineati: la sua umanità,le situazioni coraggiose,l'amore. In effetti è di questo che si tratta. Sono i nostri difetti che ci rendono umani. Io non ho fatto nessuno sforzo per evitare una eccessiva santità o una sottolineatura dei difetti. Ho pensato che fosse interessante per gli spettatori permettere a questo personaggio di fare tutto il possibile per diventare quello che vuole, anche con i difetti che sono lasciati liberi di esprimersi . Infatti si può vedere chiaramente nel comportarsi con onestà che per quanto possiamo farlo l'autenticità del mondo della natura ci sovrasta, per cui non ho fatto nessuno sforzo né in un senso né nell’altro.

E’ importante fare film politici oggi giorno? L'uomo, secondo lei, deve avvicinarsi di più alla natura?

Sean Penn: Dipende. A volte i film politici sono tali per essere stati definiti così. I film importanti secondo me sono quelli che esprimono qualcosa di interessante per il realizzatore, per il regista nel momento in cui lo fa. In questo momento è facile capire perchè siamo in aumento di film politici. Per quanto riguarda l'essere collegati con la natura sono d'accordo con la maggior parte delle persone che pensano che la natura va considerata una nostra priorità.

Visto quello che succede a Chris McCandless, secondo lei chi non si adatta è destinato a perire come diceva Darwin?

Sean Penn: Cerco di stare molto attento nelle risposte a certe domande. Cerco di rispondere dal punto di vista del pubblico perchè io sono uno del pubblico in qualche modo. Quindi ritengo ci sia bisogno di liberarci dai condizionamenti ma tutto ciò non avrebbe un valore se poi non riportiamo quello che abbiamo imparato nella nostra comunità,nella famiglia e in quello che ci circonda . Si tratta di essere soli però è un valore che deve allargarsi per essere condiviso.

Di che tipo di sostegno ha avuto bisogno per diventare un regista con uno stile personale?

Sean Penn: Suppongo che in tutti i film che ho fatto la testardaggine sia stata la mia più cara amica ma questo è un caso piuttosto unico e le altre persone che sono qui con me sono molto importanti e anche la Paramount mi ha molto sostenuto dall'inizio alla fine,anche economicamente. Bill (Polhad, produttore ndr) mi ha dato molto sostegno ed ha avuto coraggio a darmi tanto supporto per un film come questo anche se chiaramente tutto questo non ci sarebbe stato senza Emile. Loro sono importantissimi. Si tratta di fare buone scelte con le persone per cui lavoriamo.

Nel film si dà molta importanza al valore della famiglia, come vede questo aspetto?

Sean Penn: E’ una questione difficile quella delle famiglie, io non sono uno che crede nel pregiudizio di sangue,se qualcuno fa parte della nostra famiglia non abbiamo un debito nei loro confronti. Tutto va guadagnato. La maggior parte di noi ha la tendenza a essere più tollerante e comprensivo in queste circostanze che con persone che non sono del nostro sangue, per così dire, ma la questione importante in questa storia è che qualsiasi figlio, qualsiasi individuo a modo suo deve essere pronto a fare qualsiasi cosa sia necessaria e questo include anche cambiare pelle rispetto ai genitori per poter scoprire chi è veramente e sentire che la propria vita appartiene a se stessi mentre la si vive e credo che ciascuno debba fare questo cammino personale durante la propria vita

C’è tutto un afflato religioso che prende questo film ed il suo protagonista. Secondo te è un tentativo di esprimere un atto di fede?

Sean Penn: Sono d'accordo sul fatto che si tratta di un atto di fede ma il mio compito non è descrivere qualcosa come religione, la cosa più importante della religione è l'aspetto personale al di là che lo facciamo in modo espresso o inespresso, conscio o inconscio. L’importante è che ci sia la fede.

Nel film si vede Bush padre. Sono passati quindici anni e il tempo sembra essersi fermato, c’era l’Iraq allora e c’è ancora in questo momento. Come la vede lei?

Sean Penn: E’ vero. Riguardo a Bush padre posso raccontare questo:sono stato ad un concerto di Bruce Springsteen e lui si è rivolto al pubblico dicendo “guardate quanta strada abbiamo fatto e adesso stiamo tornando indietro” . Sono parole che condivido.

Emile Hirsch,lei era è interessante come attore trasformista già in Lords of Dogtown. In Into The Wild come ha lavorato sul fisico?

Emile Hirsch: Per quanto riguarda Into The Wild mi sono dovuto mette in forma, ho fatto molte sfide di resistenza ,sfidato intemperie, corso, fatto esercizio, fatto una dieta e questo è stato un vero dono. Io sono sempre stato fisico come persona anche in precedenza ma questo film richiedeva un livello di fisicità che mi era nuovo. Le rapide sul kajak tra il Colorado ed il Gran Canyon, tuffarmici e tutto quello che ho fatto, le arrampicate in Alaska. Siamo arrivati molto vicini all'abbigliamento di Chris, non i veri vestiti ma cose molto simili e faceva freddo. Ho patito il freddo ed il caldo ed anche alcuni membri deal troupe si sono sentiti male.

Sean Penn,qual è la ragione per cui lei accetta una parte in un film e cosa la spinge a narrare una storia?

Sean Penn: Le scelte come attore sono cambiate negli anni, ora ci penso alla recitazione ma mi sono innamorato della regia quindi le scelte in questi campi sono molto simili nella maniera in cui ci scegliamo un partner nella vita, bisogna scegliere bene se no ci si ritrova in trappola, per così dire.

Emile com'è cambiato il tuo rapporto con la natura personalmente?

Sean Penn: Le mie percezioni e reazioni verso la natura sono diverse, sono più intense riguardo all' apprezzamento di essa. La gioia che mi dà la natura, le idee di esplorazione,il vedere l'enormità delle possibilità. L'altra faccia è un enorme rispetto del pericolo che è sempre presente nella natura e quando si vede da vicino a che velocità può precipitare una situazione che può diventare pericolosa si può avere una percezione diversa della vita, per quanto riguarda il mio senso della mortalità e credo che molte persone possono vivere la propria vita pensando che non accadrà mai a loro qualcosa di male ma essendo a stretto contatto con la natura anche un scivolone può porre fine alla tua vita o può lasciarti in condizioni di disabilità quindi bisogna stare molto attenti ed aver cura di se stessi in tutti i modi fare affidamento su se stessi in un certo senso.

Che rapporto avete avuto con la famiglia,la sorella,i genitori?

Sean Penn: Il rapporto è stato di fiducia. Ci abbiamo messo del tempo per costruirlo nell'arco di 10 anni prima che mi consentissero di fare un film sulla loro storia ma si sono aperti a me mi hanno ospitato a casa loro, raccontato la storia di loro figlio e sono stati di grande aiuto per me


Emile Hirsch: Ho potuto conoscere Walt, Billie, la sorella di Chris e li ho trovati persone intelligenti e gentili. La loro conoscenza mi ha illuminato e mi hanno fatto capire chi era Chris. Questo è quello che mi hai influenzato nell’ interpretare la parte è stato sentire l’amore che aveva la sorella per lui , scoprire il cuore dell'amore, ne parla come se fosse ancora vivo. Si ha maggiore rispetto per ciò che si fa quando ti rendi conto che sono persone reali. No so, so ho visto il personaggio diversamente quando ho capito che persona era.

Cosa ci può dire della meravigliosa interpretazione di Hal Holbrook?

Sean Penn: E’ favoloso. Nessuno sarebbe stato meglio di lui nel fare quella parte. Non c'è molto altro da dire. Il mio contributo è stato di averlo scelto. Io dicevo azione e lui ha fatto il resto. Mi piace sentire che il suo lavoro è stato apprezzato.

a cura di Gianluigi Perrone

1 commento:

virgis ha detto...

Ho trovato l'intervista veramente interessante e delle risposte molto profonde a delle domande veramente azzeccate. Ho potuto apprezzare il film "Into the wild", fantastico è dire poco, ieri sera ed ora volevo sapere tutto il lavoro svolto da sean Penn e da Emile Hirsch (attore formidabile); beh, devo dire che ho trovato risposta ad ogni mia domanda. Grazie mille by Virgis.