giovedì 23 agosto 2007

INTERVISTA A ROLAND JOFFE


Per l'uscita di Captivity abbiamo incontrato per voi Roland Joffe, che ha avuto un passato glorioso e due nominatio agli oscar per i suoi primi due film, Urla nel Silenzio e Mission. Ad accompagnarlo il produttore Mark Damon nonchè vecchia gloria di diversi spaghetti western. Sentiamo che ci dicono riguardo a Captivity.


Come si è trovato a fare un thriller a tinte così forti?

Roland Joffe - L'essere umano è fondamentalmente guidato dalla paura e ho cercato di esplorare fino a che livello questo avvenga. Anche se questo pensiero può sembrare imbarazzante, perchè gli esseri umani tendono a credere di essere più nobili, fondamentalmente tutte le attività umane sono spinte dalla paura di qualcosa. L'idea di sentirla e di esplorarla mi ha attratto in questa sceneggiatura, cercare anche di capire la vita di una persona famosa in un determinato momento, vedere cosa succede in questa vita e capirne la dialettica di potere,capire chi è effettivamente il prigioniero. Se il vero prigioniero è chi è ossessionato da questa persona famosa o se è la celebrità che è ossessionata dalla propria fama, come si sfugge all'idea di diventare un'icona,che cos'è un'icona,si può evitare di trasformare qualcuno in icona o di essere trasformato in icona? Quindi quello che ho trovato bello, fondamentale estrano in questo film è questo. Così come il fatto che il thriller o comunque i film di genere sono molto interessanti per il pubblico proprio perchè vanno a toccare degli elementi fondamentali all'interno dell'essere umano.

Che difficoltà ha avuto sul set e che motivazioni ha dato agli attori?


RJ-Una delle difficoltà è stata che il film è girato bene o male nelle stesse tre o quattro stanzette, quindi la sfida era di rendere interessante qualcosa che si svolge in uno spazio limitato e confinato. Ccome può essere modificato questo spazio, come le stesse quattro mura possono sembrare completamente diverse in dei momenti diversi. Per quanto riguarda le indicazioni agli attori c'è stata una alchimia privata, a parole è difficile da spiegare ,sarebbe come cercare di spiegare come si mischiano i colori in natura, E' difficile dare quella indicazione quello che faccio è sentire l'attore,le sue esignenze i bisogni. Si forma un linguaggio segreto tra di noi.
Secondo me è importante impostare la scena nella maniera giusta perchè è importante che l'attore ci si immerga,si integri e tiri fuori quello che sente.
Non amo dare grosse spiegazioni o appunti psicologici,preferisco che l'attore stesso nel momento della recitazione scopra qualcosa della storia,della scena,del personaggio. Quindi non mi metto lì a spiegare minuziosamente cosa succederà, se la scena è impostata bene l'attore darà in meglio di sé.

Che cosa si può mostrare o non mostrare in un film del genere come questo?


RJ-In verità non credo che ci sia nessuna scena non filmabile, Tutto è filmabile.
Magari non è recepito dal pubblico come lo si voleva macomunque sono contrario a qualsiasi tipo di censura, che sia essa interiore o esteriore. Credo che il film sia una forma d'arte e in quanto tale debba affrontare la verità.



Tra il suo ultimo film e questo sono passati 7 anni,ha fatto molta televisione e la protagonista è nota per essere la figlia di Jack bauer in 24. Quanto incide la televisione sulla possibilità di fare cinema?

RJ-Il motivo per cui sono anche rimasto lontano dal cinema è che ho prodotto uno show per MTV che non è ancora stato trasmesso in Italia. Sono 270 episodi per 4 anni con un budget di 37 milioni di dollari,il che ha preso moltissimo del mio tempo. Non è una cosa che ripeterei anche se mi sono divertito molto a farla ed è stata una cosa da cui ho imparato tantissimo,ma comunque non è il tipo di lavoro che voglio fare. Per quello che riguarda la possibilità attraverso la pubblicità televisiva di attirare pubblico al cinema,non sono tanto d'accordo. Spesso la gente dice che andrà al cinema a vedere un film perchè ci lavora un determinato attore o attrice televisiva famosa che hanno visto in tv ma non è necessario che sia così perchè si
tratta di qualcosa di diverso. La magia di fare cinema è qualcosa di mutevole per cui chi va a vedere una cosa in televisione non è detto che
veda la stessa cosa al cinema.

Il film è una coproduzione Russia Stati Uniti, la Russia sta vivendo un ottimo
periodo,soprattutto per il cinema di genere .pensiamo al successo dei film di
Bekmambetov. Come è nata la collaborazione a livello produttivo?

Mark Damon - Un produttore russo voleva iniziare un rapporto tra l'occidente e la Russia, importando alcuni tipi di produzioni americane,inglesi etc. per istruire un po' i russi nella maniera in cui lavoriamo noi ,allora sono partito in Russia negli studi di Mosca,che sono i più antichi d'Europa,e ho voluto fare una sfida unire i nostri metodi con la loro maniera di lavorare e questa sfida è stata ancora più importante per me perchè volevo vedere se potevo convincere Roland Joffe non solo and andare a girare in Russia ma anche a fare un thriller che lui non aveva mai fatto. Allora quando gli ho dato il copione mi ha detto che poteva essere interessante ma di non essere sicuro di essere capace a farlo ,quindi abbiamo iniziato dei mesi di preparazione in cui lui ha visto diversi thriller e dopo due mesi ha detto che credeva di essere pronto a fare il film e allora siamo andati in Russia e ci siamo convinti che era possibile realizzarlo. E' stato difficile perchè,anche avendo gli
interpreti,la maniera in cui la crew russa lavorava era diversa dalla nostra e allora ci volevano due settimane per capirci però alla fine è andato così bene che lui fa un altro film in Russia.

Allora lei si è trovato bene?

RJ-In realtà lavorare in Russia è come scalare una montagna, quando sei arrivato in cima ti sembra che sia stato facile ma la scalata è stata un vero e proprio incubo. Perchè fondamentalmente la ragione non è dovuta a mancanza di talento,anzi. Il problema è che ci sono due sistemi che si scontrano e convivono. Da una parte la Russia è un paese estremamente interessante che sta attraversando un periodo di enormi cambiamenti, il problema è che la gente non sa bene dove si trova quindi c'è la follia della vecchia guardia, di coloro che sono cresciuti solo con il comunismo e quindi adesso sono spiazzati, c'è la follia di quelli che hanno dovuto apportare dei
cambiamenti che li hanno vissuti ma non sanno bene dove si trovano, poi ci sono i giovani che non hanno vissuto quello che hanno vissuto i loro genitori e i loro nonni quindi non lo capiscono, perciò ci sono queste specie di tre pazzie che si scontrano tra di loro.


Una delle cose eclatanti del film è che i carcerieri fanno tutto per sesso ma, invece di violentare la ragazza una volta che ce l'hanno, sono interessati ad un altro tipo di possesso. Che ne pensa?

RJ-E' una domanda molto intelligente perchè contiene un po' uno dei sensi del film. Sicuramente qui c'è l'aspetto della sessualità e l'aspetto del controllo.
Quello che conta, per questi due individui ma per molte altre persone, è l'atto della sottomissione. Queste sono due persone intelligenti per cui per loro la violenza o lo stupro non sono una cosa importante, non basta perchè c'è un gusto più profondo nell'avere qualcosa in offerto più che prenderlo. Quello che mettono in atto è una forma molto profonda di manipolazione psicologica ed è questo per loro che conta di più. Stranamente queste persone sono alla ricerca dell'amore,un amore che la madre gli ha negato ed è un po' quello che fa un bambino a cui dai il latte è lo sputa. E' come dire, tu mi dai tutto ma questo tutto non lo voglio, oppure,come per questi uomini,avere qualcosa che gli viene negato è talmente forte da uccidere per soddisfare questo desiderio. Quindi,da questo punto di vista,è estremamente interessante. Il tipo di sottomissione effettiva totale e reale di cui si parla nel film è qualcosa di impossibile da ottenere completamente nell'amore perchè di fondo ha una contraddizione che nella sottomissione è come se acquisissi una libertà. C'è la libertà nella sottomissione,è una cosa strana ma l'essere umano è fatto da contraddizioni. Perchè quando c'è la completa sottomissione fisica e psicologica all'interno di questa realtà ci si libera dei propri pensieri,delle proprie paure,delle proprie restrizioni ,dei propri confini quindi si gode di questa situazione.

Che film ha visto nell'attesa di decidere ?


RJ-Ho visto centinaia di film, alcuni due volte anche, quello che mi interessava era sapere se c'era un linguaggio filmico particolare e capire come si potesse costruire una situazione che portasse il crescendo ad una condizione di paura . Uno di quelli che ho visto era the Collector di William Wyler che secondo me affronta alcuni argomenti simili rispetto a quelli che abbiamo affrontato noi. L'ho guardato con attenzione per cercare di capire cosa funzionasse e cosa non funzionasse in relazione al nostro film e l'ho trovato molto istruttivo, mi è piaciuto anche perchè anche questo film è incentrato su un solo spazio limitato come il nostro.Poi Non aprite quella porta che di per sè già l'oggetto della sega circolare è efficente e brutale estremamente violento, mi sembra il simbolo della modernità e della società moderna, è un oggetto che ha insito di suo un controllo ma nelle mani sbagliate può causare le cose più orrende ed è ipnotizzante e istruttivo. E va aggiunto che questo film mi ha così colpito che abbiamo ingaggiato il cameraman di Non aprite quella porta.

Ci può dire qualcosa sul suo nuovo film?

R.J-Lo abbiamo appena finito di girare in Russia. Non sappiamo ancora come verrà fuori. E' la storia di due ragazze, una americana ed una russa che si conoscono in rete,condividono uno strano sogno e non sanno bene chi sono e finiscono poi con il cercare di scoprire alcune cose che riguardano la Russia. E' un film che riguarda la scoperta di sè e della Russia. Si chiama Finding t.A.T.u. ,sarà un bel film.


Elisha Kuthbert è molto conosciuta per il suo ruolo di 24 ,avendo girato film in
cui la recitazione è importante come la giudica come attrice?

RJ-Elisha ha un talento enorme,ha la capacità di comunicare con il pubblico e questo le consente di comunicare le emozioni ma il mondo cambia ad una velocità vertiginosa e questo l'ho toccato con mano con mia figlia stessa che adora una star e poi il giorno dopo l'ha dimenticata,un effetto tipico di internet. Il problema è che una candela può ardere in maniera brillante in 5 giorni grazie a internet a livelli che altri hanno impiegato 5 anni ma il giono dopo non sei più niente. E anche qui c'è il concetto del possesso. Con internet il pubblico ha la sensazione di possedere immediatamente la star e se ne stanca ,non gli interessa più. Una donna che vuole possedere un uomo ce la fa ma non completamente,una donna che vuole possedere un uomo lo possiede ma non completamente,mentre su internet questo è totale e porta all'esaurimento di questo desiderio. Lei non si è fatta catturare da questo problema della rete e così non è possibile spegnere una cosa del genere.
Credo che la prossima star famosa che durerà nel tempo sarà creata al computer,non esisterà concretamente. sarà bella ma strana e la gente sarà disposta a tutto per lei ma che esisterà.

M.D.- C'è una cosa da dire,perchè una donna diventi una star deve avere delle qualità. Non deve rappresentare una minaccia per le altre donne deve essere vulnerabile e fragile come la Bullock, Julia Roberts,Reese Witherspoon, attrici con la capacità di recitare in commedie e Elisha ha questa capacità . Ha solo 26 anni ma recita da 13 anni e di questa sua vena comica abbiamo parlato spesso,lei ha recitato nel film La ragazza della Porta Accanto ed era quasi una prosituta eppure le spettatrici la hanno amata per questo suo essere vulnerabile sebbene fosse una
prostituta,credo che se in questa nuova commedia in cui sta recitando riuscirà a far bene diventerà una star.

Cosa ci può dire riguardo riguardo a Singularity? E' vero che sarà Storaro il direttore della fotografia?

RJ-E' un progetto molto interessante,non so se sarà il mio prossimo progetto ma è una cosa a cui vorrei lavorare molto presto. Però ora è presto per dire se sarà Storaro il direttore della fotografia.


Ma il titolo Finding t.A.T.u. ha a che fare con il duo di cantanti lesbiche?

RJ-Sì, ha a che fare con questo gruppo e questo gruppo è famoso perchè ha giocato sugli aspetti lesbici e fanno parte anche del film in qualche modo.

Il personaggio di Jennifer non è proprio il massimo come persona,le torture che subisce sembra che testino la sua moralità, secondo lei ha avuto una
catarsi?


RJ-Quello che penso è che nella vita tutti abbiamo dei momenti catartici e ci mettiamo alla prova. Ci sono alcuni che rispondo a queste prove,altri non rispondono. Ci sono persone pù inclini al cambiamento altre di meno. Secondo me questa è la questione della riscoperta di sè ed è quello che succede alla protagonista,scoprire il suo lato oscuro e venirne a patti, scoprire che questo lato oscuro è presente all'interno di tutti quanti noi . Quindi affrontarlo,confrontarlo e venire a patti con esso. Tutti gli esseri umani sono fatti da cose in equilibrio,delle strutture,dei sistemi e questo è il concetto di paura che dicevo,che è l'elemento motivante della maggior parte delle reazioni umane, fondamentalmente la donna scopre la sua violenza e secondo me le donne possono essere capaci di violenza in determinate circostanze, anche se i sistemi sociali e storici riportano l'uomo diverso dalla donna,anche la donna può e ha diritto ad essere violenta come fa l'uomo in alcune circostanze. Quindi può risultare scioccante il nostro personaggio sarà cambiato alla fine del fim,non so se in meglio ma sicuramente sarà cambiato.
Questo non vuol dire che tutte le donne saranno violente ma tutte potrebbero essere violente il che implica un certo rispetto per quello che le donne sono.
Cosa che le religioni e le filosofie antiche avevano capito,come i greci.

La campagna pubblicitaria negli Stati Uniti ha creato polemiche per via dei
manifesti su cui capeggiavano le scritte Abduction,Confinement,Torture,Termination. Come commenta questa cosa?

RJ-Gli Stati Uniti sono una realtà particolare, tendono a rispondere in una determinata maniera a queste parole,si fanno prendere. In realtà quella che è stata la risposta ai poster suggeriva che il film contenesse dentro di sè violenza verso le donne e c'è stata una reazione di pancia a questa campagna pubblicitaria forse sbagliando, nel senso che il film guarda alla violenza,affronta il tema della violenza ma non la contiene in quanto tale. Io trovo che il dibattito sia importante anche se negli States si è portati a dichiarazioni ideologiche ma senza riflessione. Invece sarebbe stato interessante il dibattito.

M.D.- In America il film ha assunto il nome di torture porn ma non c'è nulla di pornografico in questo film alcune associazioni a Los Angeles e New York hanno esercitato pressioni sui critici e sull'mpaa per sporgere denuncia affinchè il film venisse bandito. Hanno fatto di tutto per farlo fuori,poi una volta proiettato il film abbiamo scoperto che è piaciuto alle donne più di quanto non sia piaciuto agli uomini e lo abbiamo riscontrato attraverso i sondaggi. Purtroppo la campagna è stata sbagliata,abbiamo cercato di modificarla ma ormai era andata così. Invece questo film parla del potere che riescono ad ottenere e questa donna alla fine riesce ad avere potere sugli aguzzini e questo elemento non è stato sottolineato come avrebbe dovuto. Il film avrebbe potuto avere più successo rispetto a quello che è stato. Penso che il film possa avere successo in Italia.

a cura di Gianluigi Perrone