domenica 10 febbraio 2008

INTERVISTA A SILVESTER STALLONE


La sua ultima fatica è ambientata in Birmania, una tragedia che la stampa non riflette e che non è conosciuta. Come si è avvicinato a questo tema così forte? Nel mondo d'oggi quanto c'è bisogno di eroi?


Io credo che gli eroi moderni siano di varie taglie e dimensioni,non necessariamente devono avere muscoli anzi oggi giorno gli eroi hanno soprattutto bisogno di cuore e cervello.
Il mondo conosce tantissimo del Darfur,dell'Afghanistan,dell'Iraq, della Somalia, di tutte queste zone martoriate e ci sono lacune guerre nel mondo che vengono fatte passare sotto silenzio,che vengono tenute nascoste,di cui nessuno parla e quindi ho pensato che sarebbe stato interessante affrontare una guerra che è andata avanti e che dura da 60 anni ma che è tenuta sotto silenzio. E mi sono anche chiesto "è questa la natura umana?E' questo il modo in cui siamo fatti?E ho pensato che Rambo non sarebbe andato a infilarsi,non sarebbe andato a combattere in una guerra "famosa",una guerra conosciuta. Piuttosto sarebbe andato ma piuttòsto sarebbe tornato al suo inferno personale. E ho pensato che la Birmania era un inferno da questo punto di vista. Un inferno di guerra di cui nessuno sa e di cui nessuno parla. A questo punto il film poteva servire due padroni: da una parte educare,fare conoscere alla gente questa situazione orribile,che non è nota,che non è popolare,che non è diffusa. In secondo luogo consentire a Rambo di tornare in questo suo inferno personale,quindi essere sì n film di intrattenimento però allo stesso tempo qualcosa di educativo.

Che cosa rappresenta Rambo nella sua carriera?

Tutti quanti noi abbiamo una parte che è il paradiso e una parte l'inferno. Il lato generoso e il lato altruista. Il lato artistico,creativo e il lato distruttivo,nichilista. Il lato buono e cattivo. C'è anche in noi la parte della persona chiusa,pessimista,vendicativa,cattiva,che spinge alla guerra auto-distruttiva. E credo che questo possa essere descritto come il livello conscio e inconscio. Per me,tutto sommato,oggi giorno lo considero un privilegio. Io pensavo fosse un po' una maledizione il fatto di essere identificato con questi due personaggi, e invece credo sia un privilegio, la possibilità di poter sia la parte pessimista del mondo che la parte ottimista. La parte pessimista è quello che è amareggiato che ha questo rifiuto amaro degli altri ma anche quelo ottimista perchè il mondo è fatto così. E' al 50% una cosa e al 50% un'altra e quindi così la possibilità di incarnare quest'uomo che il guerriero,che è l'eterno soldato che cerca di tornare a casa per poi in fondo scoprire che una casa non c'è e non ce l'ha. Quindi i due aspetti che sono quelli della solitudine ma anche l'aspetto dell'amore.

Sul Los Angeles Times è uscita una tabella che ha scritto un professore dell'Università dell'Ohio che si è visto tutti i film di Rambo ed ha fatto dei calcoli. Ha visto che dal primo,dall'82 ad oggi c'è stato un boom di morti. sullo schemro. Una media di 2,59 in più Secondo lei è il mondo che è diventato più violento o è il cinema che ha più bisogno di azione e di adrenalina?

Per il bodycount,conta dei cadaveri, dato che c'è un aumento demografico uno deve cercare di tenersi al passo e mantenere il ritmo .L'idea in realtà è che in un film in cui ci sono meno morti e meno cadaveri si possa essere più drammatici mentre un film con molti morti può risultare un film più violento perchè più si ammazza e più sembra uno sciocco film d'azione ma in realtà non è così. In questo film inoltre io non avevo alcuna scelta considerando che in Birmania la situazione è esattamente come l'ho descritta anzi forse anche peggio. C'è questa fortissima,enorme forte violenza. Per esempio qualche mese fa c'è stato questo episodio in cui sono stati trucidati dei monaci buddisti,si è parlato nel notiziario di 15,20 o forse 30 morti, invece sono stati migliai di monaci fatti sparire dalla faccia della terra e questa violenza non è altro che purtroppo la rappresentazione della ferocia di queste persone in questa situazione.

Come mai non ci sono mai scene di sesso nei Rambo?

Il problema è che lui ha avuto un incidente in Vietnam dove gli è saltato via qualcosa ed è questa la ragione per cui possiede un lungo coltello.

Cosa ne pensa dell'action movie in questo momento?

I film d'azione cambiano con la personalità e la psicologia della società. Quando ero ragazzino c'erano i film di John Wayne e quelli erano i film d'azione. Poi è arrivata la mia generazione,io, Arnold Schwartzenegger,Chuck Norris e il film si è arricchito a livello di fantasia, è diventato più fantastico,più Hollywoodiano. Oggi c'è una generazione più basata sui computer,sulla tecnologia avanzata, questo genere è diventato meno genere fisico,basato sul fisico e molto più basato sulle tecnologie,sui computer,sulle possibilità degli effetti speciali. Ovviamente non voglio sembrare come mio padre o mio nonno che dicevano "ah,beh ai miei tempi,quelli della mia generazione erano sicuramente migliori" dico semplicemente che oggi si è più spinti verso la tecnologia e meno sulla parte fisica,c'è meno bisogno di questo quindi Jason Bourne è sicuramente diverso rispetto a quello che poteva essere ai nostri tempi. E' ovvio che mi piacerebbe avere quel livello di tecnologia perchè ai tempi miei quando bisognava fare uno stunt o una accrobazia consisteva nel fatto che ti sbattevano giù da un albero non è che c'erano alternative. Adesso ti creano tutto al computer.

Ci fa una classifica dei capitoli di Rambo secondo lei?

Il primo è come il primo figlio, magari ti da anche qualche problema ma ci sei attaccato in una maniera emotiva molto forte. Il secondo in termini di classifica è di gran lunga quest'ultimo. Il secondo Rambo è quello molto americano,pieno di fantasia con questa guerra combattuta alla Hollywood, molto diverso. La realizzazione della massima fantasia maschile di fondo. Nel terzo ho cercato di fare una cosa diversa,con i russi che vanno a combattere in Afganistan. Però devi stare molto attento quando vai a fare qualcosa che ha unanatura a che fare con la politica perchè appena due settimane prima dell'uscita del film Gorbaciov viene in america,dà un bacio a Ronald Reagan Perestroika! e poi ci rimetto io. E non sto scherzando,. Girando nel mondo in australia non facevano altroche fischiarmi,ero diventato un nemico. Con questo sapevo che nonostante la situazione della Birmania, anche se avessi girato un film non ci sarebbe strata un Perestroika per la Birmania perchè questa non è una guerra che finisce nè che viene risolta con una stretta di mano. Tra l'altro devo dire che ho contattato,questo non lo sa nessuno, il consolato Brimano a Washington perchè volevo recarmi in Birmania e loro mi hanno detto che non c'era niente,che era tutta una mia immaginazione,una fantasia,non c'era nessuna guerra. Io ho provato a dire che Angelina Jolie sta in Iraq, George Clooney in Darfur,io voglio andare in Birmania ma mi hanno risposto che non se ne parlava proprio e che non ero il benvenuto. Tu non sei gradito. Questo per dirvi quanto è orribile la situazione della guerra. Quest'ultimo film per me è sicuramente
quello che mi ha dato forse maggiori soddisfazioni proprio perchè uno pensa come Rambo puoi fare la differenza,facendo qualcosa,dedicandoti, puoi provare a cambiare qualcosa. Come il soldato che si dedica ad attività di tipo sociale e lavori di solidarietà e tenta di cambiare il mondo. In realtà no,ti sbagli. L'unica persona che puoi modificare è te stesso. Le persone possono cambiare ma non c'è nessuno e nessun esercito che possa cambiare il mondo se non solo temporaneamente.

Lei sostiene John mcCain, perchè? Lo vede come un riscatto per i Rambo e lo vede come un suo commilitone. Questo sarà l'ultimo capitolo come Rocky?O mai dire mai?

Non fate parlate gli attori di politica perchè gli attori non ne sanno assolutamente niente. Oltretutto ovviamente io posso esprimere la mia opinione che comunque non sposterà un voto questo ve lo posso garantire. Proprio perchè noi siamo dei dilettanti, non siamo degli esperti di politica, A livello assolutamente superficiale, come reazione e risposta emotiva, sostengo McCane perchè credo che in questo momento al nostro paese serva una persona veramente matura,una persona che abbia esperienza,una persona che capisca il gioco e che sappia come si gioca,e che ci piaccia o meno,sì la politica è uuna questione di vita o di morte ma in fondo la politica è un gioco ed abbiamo bisogno di qualcunoche sappia come partecipare,come giocare e non c'è tempo in questo momento per un principiante,una persona che deve ancora imparare come funziona che vada lì occupi l'ufficio,il posto del presidente e impari, deve esserci qualcuno che abbia già la maturità visto che noi stiamo andando verso 8 anni devastanti, dobbiamo cercare di recuperare la dignità che il nostro paese ha perso negli ultimi anni. E non è colpa di un singolo,di uno solo. La colpa purtroppo è un po' di tutti. Di come è andata la situazione a livello mondiale finora quindi a livello istintivo io mi fido di lui. E' una persona che guardandola mi ispira fiducia,e credoche possa fare bene al paese, non certo eprchè può assomigliare o puuò sembrar Rambo o perchè è un ex soldato o un ex combattente. Penso che in futuro Obama o Hillary Clinton potranno essere delle grandi star potranno essere anche dei grandi presidenti ma oggi c'è bisogno di qualcun'altro. E' come se io dovessi scegliere qualcuno per un film è ovvio che mi rivolgo a qualcuno come Arnold Schwartzenegger, che so,di cui mi fido piuttosto che qualcuno che non conosco.
Per me sarà molto difficile dire addio a Rambo, già è stata dura dover dire addio a Rocky. Anche perchè sento di aver molte altre cose da dover dire di Rambo e su Rmabo e se dovessi abbandonarlo per sempre sarei molto depresso.

Riguardo la regia. La regia è diversa rispetto ad altre regia. Quale è stato il suo approccio riguardo la rappresentazione della violenza che non è grafica ma che vuol lanciare un messaggio? Riguardo anche alla gravità della situazione. E per il ritorno a casa dell'eroe come regia quanto ha pensato a quella scena?

Per quello che riguarda la scena del ritorno a casa che ci parla di questo guerriero come se una vita ricominciasse come vediamo lui che Rocky saluta con la mano e scompare. Ci dà l'idea di qualcosa che continua anche con Rambo volevo farl ovedere. Avevo girato una scena in cui Rambo vede in lontananza il proprio padre,un padre che è indiano e questa è la ragione per cui ha ereditato tutte queste caratteristiche di essere così forte e così combattivo. QUando ho pensaot che sarebbe stato meglio,considerato che ho ancora delle idee da realizzare quindi probabilmente questo non sarà l'ultimo Rambo ho pensato di lasciare questa cosa aperta, lasciarla indefinita, quanto all'idea dal punto di vista registico, ovviamente mi sono posto la domanda di come fare la regia del film visto che non sono Spielberg o non so fare un film come Black Hawk Down,però ho pesnato che la cosa migliore sarebbe stato girare il film come attreverso gli occhi di Rambo stesso quindi momenti continui di tensione e adrenalina,senza mai un momento di calma se non qualche momento così qua e là. E questa mi è sembrata la situazione migliore E poi anche il discorso della rappresentazione della violenza che è rappresentata così come viene commessa in quel paese. La scena in cui Rambo strappa la gola di quest'uomo non è una scena girata solo ed esclusivamente ai fini di shockare il pubblico. E' proprio una specie di reazione e tensione emotiva e sessuale da parte di Rambo che vuole far provare a costui quello che loro hanno fatto provare a questa donna mentre sta tentando di violentarla e quello che è stato fatto provare a tutte le donne birmane che sono state violentate. Lui vuole far provare a quest'uomo la sofferenza,il dolore,l'umiliazione di essere violentati. E non è semplicemente l'omicidio in sè non basta,tutto questo livello di violenza che è molto grafico è anche molto realistico. Ed è stato fatto per mostrare al pubblico soprat ai giovani quanto può essere sanguinaria una guerra. Non dimentichiamoci che le guerre pù violente sono quelle civili e non quelle tra uno e l'altro paese. E' la violenza peggiore che si possa perpetrare.

Può chiarire i rumors sulla sua partecipazione al progetto di Quentin Tarantino, Inglorious Bastards?

Non l'ho mai letto. La gente continua a dirlo ma nno è affatto vero. E' come una specie di stupida leggenda ma non crdo nemmeno che esista uno script.

lunedì 4 febbraio 2008

INTERVISTA A SEAN PENN & EMILE HIRSCH



Come è nata la collaborazione con Eddie Vedder per le musiche del film?

Sean Penn: Avevo già in mente la musica di Eddie Vedder quando ho scritto la sceneggiatura ed ho fatto in modo di strutturare le varie scene in modo tale che le canzoni facessero parte delle transizioni del film.
E' stato proprio durante le riprese del film, nel vedere quello che faceva Emile mentre interpretava Chris McCandless, che ho individuato la funzione della voce di Eddie e ho capito cosa volevo fare con le sue bellissime canzoni.

Come ha individuato un l'attore così perfetto nella parte come Emile Hirsch?

Sean Penn:Emile l'avevo visto in un film e c'erano molte cose che mi convincevano nel suo aspetto fisico, nel suo modo di muoversi. Ho trascorso alcuni mesi con lui e uno dei punti principali di cui volevo essere assolutamente sicuro era che avesse la volontà e la fame per passare otto mesi in quelle circostanze, che fosse disposto a mettersi in gioco ed è stata la miglior scommessa che io abbia mai fatto perchè ritengo che sia la persona più adatta in assoluto per la parte.

Che cosa la fa arrabbiare oggi come artista, come uomo e come cittadino?

Sean Penn: Penso di poter trovare un'infinità di cose che mi fanno arrabbiare al giorno d’oggi. Questo è una sorta di combustibile ma mi piace pensare che non sia solo sulla base di queste reazioni che ho la mia ispirazione creativa. Tendo ad utilizzare la parola “volume” in questi casi. Quando la stupidità assume un volume troppo alto, questo mi suscita una reazione più di ogni altra cosa.

Ha mai compiuto un viaggio del genere, nella natura e spirituale in completa solitudine come quello di Chris McCandless? Quanto tempo sono durate le riprese?

Sean Penn: Probabilmente la mia esperienza che può sembrare più vicina in alcuni aspetti a quella del personaggio di Chris forse è la mia vita sull'oceano come surfer. Ma non è nulla che arrivi lontanamente a quel livello. E l’altra domanda com’era? Scusa ieri ho bevuto troppo vino rosso e vado a rilento. Sì, le riprese sono durate otto mesi.

Cosa l'ha attirata in particolare di questa storia e i giovani che tipo di lezione dovrebbero tirar fuori secondo lei?

Sean Penn: Suppongo di essere stato anche ripetitivo a tal riguardo ma penso che noi americani soprattutto, ma in generale tutto il mondo occidentale, viviamo in una società che ha sviluppato una dipendenza al comfort e vorrei che il film suscitasse delle reazioni tali nei giovani da portarli a riflettere sulla possibilità di farli uscire dalla zona di confortevolezza. E’ necessario eseguire un cambiamento attivo rispetto a quello che ci dicono gli altri di essere mentre cresciamo e scegliamo chi vogliamo essere veramente. E’ un rito di passaggio che ci porta a spingere verso questo limite. Non voglio raccomandare certamente di mettersi in pericolo da soli ma bisogna far battere i nostri cuori più velocemente.

Qual è il sentimento che l'ha guidata in tutte le fasi, dalla scelta del soggetto alla regia?

Sean Penn: Ci sono due elementi che hanno fatto da àncora, una parte della storia è mossa dalla fuga dalla corruzione dal mondo,dalla vita familiare, ma la parte dominante del film consiste nella ricerca, nell'inseguimento, trovare un posto che avesse un nesso, che fosse in sintonia con quello che vuole essere. Quindi una sorta di celebrazione della libertà,una ricerca della libertà.

Come avete evitato concretamente di mostrare Chris McCandless come un santo moderno,di equilibrarne i difetti e le qualità?

Sean Penn: Per me l'equilibrio era una questione importante per far diventare reale la storia di Chris McCandless ,farne mantenere l'autenticità senza farlo diventare un martire o sostenere in assoluto tutto quello che faceva. Era importante raffigurarlo come noi lo vediamo e quindi come crediamo che egli sia stato. Quindi l'elemento di autenticità è importante. In questo equilibrio il punto è non dargliele tutte vinte in situazioni in cui ha agito in maniera egoista, immatura,sconsiderata, avventata, si tratta di mantenere l'integrità degli elementi nel film almeno per quanto riguarda il personaggio dove anche i difetti sono sottolineati: la sua umanità,le situazioni coraggiose,l'amore. In effetti è di questo che si tratta. Sono i nostri difetti che ci rendono umani. Io non ho fatto nessuno sforzo per evitare una eccessiva santità o una sottolineatura dei difetti. Ho pensato che fosse interessante per gli spettatori permettere a questo personaggio di fare tutto il possibile per diventare quello che vuole, anche con i difetti che sono lasciati liberi di esprimersi . Infatti si può vedere chiaramente nel comportarsi con onestà che per quanto possiamo farlo l'autenticità del mondo della natura ci sovrasta, per cui non ho fatto nessuno sforzo né in un senso né nell’altro.

E’ importante fare film politici oggi giorno? L'uomo, secondo lei, deve avvicinarsi di più alla natura?

Sean Penn: Dipende. A volte i film politici sono tali per essere stati definiti così. I film importanti secondo me sono quelli che esprimono qualcosa di interessante per il realizzatore, per il regista nel momento in cui lo fa. In questo momento è facile capire perchè siamo in aumento di film politici. Per quanto riguarda l'essere collegati con la natura sono d'accordo con la maggior parte delle persone che pensano che la natura va considerata una nostra priorità.

Visto quello che succede a Chris McCandless, secondo lei chi non si adatta è destinato a perire come diceva Darwin?

Sean Penn: Cerco di stare molto attento nelle risposte a certe domande. Cerco di rispondere dal punto di vista del pubblico perchè io sono uno del pubblico in qualche modo. Quindi ritengo ci sia bisogno di liberarci dai condizionamenti ma tutto ciò non avrebbe un valore se poi non riportiamo quello che abbiamo imparato nella nostra comunità,nella famiglia e in quello che ci circonda . Si tratta di essere soli però è un valore che deve allargarsi per essere condiviso.

Di che tipo di sostegno ha avuto bisogno per diventare un regista con uno stile personale?

Sean Penn: Suppongo che in tutti i film che ho fatto la testardaggine sia stata la mia più cara amica ma questo è un caso piuttosto unico e le altre persone che sono qui con me sono molto importanti e anche la Paramount mi ha molto sostenuto dall'inizio alla fine,anche economicamente. Bill (Polhad, produttore ndr) mi ha dato molto sostegno ed ha avuto coraggio a darmi tanto supporto per un film come questo anche se chiaramente tutto questo non ci sarebbe stato senza Emile. Loro sono importantissimi. Si tratta di fare buone scelte con le persone per cui lavoriamo.

Nel film si dà molta importanza al valore della famiglia, come vede questo aspetto?

Sean Penn: E’ una questione difficile quella delle famiglie, io non sono uno che crede nel pregiudizio di sangue,se qualcuno fa parte della nostra famiglia non abbiamo un debito nei loro confronti. Tutto va guadagnato. La maggior parte di noi ha la tendenza a essere più tollerante e comprensivo in queste circostanze che con persone che non sono del nostro sangue, per così dire, ma la questione importante in questa storia è che qualsiasi figlio, qualsiasi individuo a modo suo deve essere pronto a fare qualsiasi cosa sia necessaria e questo include anche cambiare pelle rispetto ai genitori per poter scoprire chi è veramente e sentire che la propria vita appartiene a se stessi mentre la si vive e credo che ciascuno debba fare questo cammino personale durante la propria vita

C’è tutto un afflato religioso che prende questo film ed il suo protagonista. Secondo te è un tentativo di esprimere un atto di fede?

Sean Penn: Sono d'accordo sul fatto che si tratta di un atto di fede ma il mio compito non è descrivere qualcosa come religione, la cosa più importante della religione è l'aspetto personale al di là che lo facciamo in modo espresso o inespresso, conscio o inconscio. L’importante è che ci sia la fede.

Nel film si vede Bush padre. Sono passati quindici anni e il tempo sembra essersi fermato, c’era l’Iraq allora e c’è ancora in questo momento. Come la vede lei?

Sean Penn: E’ vero. Riguardo a Bush padre posso raccontare questo:sono stato ad un concerto di Bruce Springsteen e lui si è rivolto al pubblico dicendo “guardate quanta strada abbiamo fatto e adesso stiamo tornando indietro” . Sono parole che condivido.

Emile Hirsch,lei era è interessante come attore trasformista già in Lords of Dogtown. In Into The Wild come ha lavorato sul fisico?

Emile Hirsch: Per quanto riguarda Into The Wild mi sono dovuto mette in forma, ho fatto molte sfide di resistenza ,sfidato intemperie, corso, fatto esercizio, fatto una dieta e questo è stato un vero dono. Io sono sempre stato fisico come persona anche in precedenza ma questo film richiedeva un livello di fisicità che mi era nuovo. Le rapide sul kajak tra il Colorado ed il Gran Canyon, tuffarmici e tutto quello che ho fatto, le arrampicate in Alaska. Siamo arrivati molto vicini all'abbigliamento di Chris, non i veri vestiti ma cose molto simili e faceva freddo. Ho patito il freddo ed il caldo ed anche alcuni membri deal troupe si sono sentiti male.

Sean Penn,qual è la ragione per cui lei accetta una parte in un film e cosa la spinge a narrare una storia?

Sean Penn: Le scelte come attore sono cambiate negli anni, ora ci penso alla recitazione ma mi sono innamorato della regia quindi le scelte in questi campi sono molto simili nella maniera in cui ci scegliamo un partner nella vita, bisogna scegliere bene se no ci si ritrova in trappola, per così dire.

Emile com'è cambiato il tuo rapporto con la natura personalmente?

Sean Penn: Le mie percezioni e reazioni verso la natura sono diverse, sono più intense riguardo all' apprezzamento di essa. La gioia che mi dà la natura, le idee di esplorazione,il vedere l'enormità delle possibilità. L'altra faccia è un enorme rispetto del pericolo che è sempre presente nella natura e quando si vede da vicino a che velocità può precipitare una situazione che può diventare pericolosa si può avere una percezione diversa della vita, per quanto riguarda il mio senso della mortalità e credo che molte persone possono vivere la propria vita pensando che non accadrà mai a loro qualcosa di male ma essendo a stretto contatto con la natura anche un scivolone può porre fine alla tua vita o può lasciarti in condizioni di disabilità quindi bisogna stare molto attenti ed aver cura di se stessi in tutti i modi fare affidamento su se stessi in un certo senso.

Che rapporto avete avuto con la famiglia,la sorella,i genitori?

Sean Penn: Il rapporto è stato di fiducia. Ci abbiamo messo del tempo per costruirlo nell'arco di 10 anni prima che mi consentissero di fare un film sulla loro storia ma si sono aperti a me mi hanno ospitato a casa loro, raccontato la storia di loro figlio e sono stati di grande aiuto per me


Emile Hirsch: Ho potuto conoscere Walt, Billie, la sorella di Chris e li ho trovati persone intelligenti e gentili. La loro conoscenza mi ha illuminato e mi hanno fatto capire chi era Chris. Questo è quello che mi hai influenzato nell’ interpretare la parte è stato sentire l’amore che aveva la sorella per lui , scoprire il cuore dell'amore, ne parla come se fosse ancora vivo. Si ha maggiore rispetto per ciò che si fa quando ti rendi conto che sono persone reali. No so, so ho visto il personaggio diversamente quando ho capito che persona era.

Cosa ci può dire della meravigliosa interpretazione di Hal Holbrook?

Sean Penn: E’ favoloso. Nessuno sarebbe stato meglio di lui nel fare quella parte. Non c'è molto altro da dire. Il mio contributo è stato di averlo scelto. Io dicevo azione e lui ha fatto il resto. Mi piace sentire che il suo lavoro è stato apprezzato.

a cura di Gianluigi Perrone